Amadori vs. Report: la risposta di Amadori è adeguata? Un’analisi

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Il caso di comunicazione che oppone Amadori a Report è di quelli che fanno scuola. Report manda in onda un servizio sulla situazione degradata di molti allevamenti italiani e fa riferimento specifico ad Amadori. La troupe entra di nascosto in uno degli stabilimenti dell’azienda romagnola e mostra le condizioni in cui vivono alcuni maiali, imprigionati in gabbie strettissime, in un ambiente lercio e infestato dai topi. Poi l’attenzione è rivolta all’uso esagerato di antibiotici, che vengono somministrati agli animali per tenerli in vita in una condizione del tutto innaturale. Altre riprese mostrano lo stato di sovraffollamento in cui sono stipati i polli. Inutile dirlo: il video, con connotazioni fortemente emozionali, sul web diventa subito virale (al momento in cui scriviamo il solo post della pagina di Facebook di Report ha ricevuto quasi 9.000 condivisioni a soli due giorni dalla pubblicazione).

La risposta di Amadori non si fa attendere: il giorno dopo viene pubblicato sul sito e condiviso nella pagina Facebook un lungo comunicato stampa in cui viene data risposta puntuale al servizio di Report. Solo che non viene addotto uno straccio di prova di quello che viene dichiarato e, soprattutto, non vengono fornite immagini a sostegno del testo, peraltro lungo, molto tecnico e in qualche passaggio perfino poco chiaro.

La pagina Facebook di Amadori, già inondata di commenti esacerbati contro l’azienda, riceve un’ulteriore aggressione proprio a causa del comunicato stampa. Ovviamente il pubblico lo legge più come una provocazione che come un chiarimento, per via dello stile burocratico e l’atteggiamento da muro contro muro che l’azienda oppone a Report senza di fatto cercare alcuna forma di dialogo. Peraltro, alla valanga di commenti ricevuti – praticamente tutti dispregiativi – l’azienda risponde o tramite qualche cancellazione, o senza rispondere nel merito e ricopiando il link al comunicato stampa.

È facile intuire che la situazione in cui si trova al momento Amadori è alquanto infelice: i suoi responsabili della comunicazione non conoscono evidentemente la metodologia per ribattere a una crisi dilagante di questo tipo. Il rischio è che questo episodio possa portare a perdite ingenti di quote di mercato. Nel peggiore dei casi potrebbe anche mettere a repentaglio il rapporto di fornitura in atto con McDonald’s, che porterebbe l’azienda a riduzioni di fatturato veramente considerevoli.

Come dovrebbe reagire a questo punto Amadori? C’è un modo per recuperare la situazione e magari capovolgerla a proprio vantaggio? L’analisi nell’articolo linkato qui sotto approfondisce la questione e e pone prospettive interessanti di crisis management.

Servizio di Report contro Amadori: analisi del caso di crisis management

 

:: CORSO DI FORMAZIONE: WEB MARKETING E COMUNICAZIONE SU INTERNET PER PICCOLE E MEDIE IMPRESE

Piccole e medie imprese necessitano di azioni di web marketing fondate su budget piuttosto contenuti,  pur dovendo prevedere l’efficacia dei risultati.

A differenza delle grandi aziende, solitamente le PMI non possono affrontare spese tali per dare in gestione ad agenzie specializzate lo svolgimento delle strategie di comunicazione e marketing online. La soluzione con il migliore rapporto costo/beneficio è avvalersi di risorse interne per mettere in atto campagne di social media marketing, pubblicare comunicati stampa, seguire le attività online per pubblicizzare l’impresa e i suoi prodotti, sostenere e-commerce e vendite, aggiornare il blog aziendale e l’eventuale pagina Facebook.

Il corso di formazione “Web marketing e comunicazione su Internet per piccole e medie imprese”, nella versione di 2 giorni (solo parte teorica) o 3 giorni (parte teorica e parte applicativa con esercitazioni e workshop) presso la sede del Cliente, offre le competenze per gestire in piena autonomia il web marketing  grazie al quadro informativo completo sulle opportunità di comunicazione e marketing più proficue e vantaggiose.

L’esposizione, gli esempi delle tematiche affrontate, esercitazioni e workshop sono concretamente adeguati alla specificità dell’azienda, al settore di mercato in cui opera e alla disponibilità di investimento nel marketing.

I principali obiettivi del corso di formazione “Web marketing e comunicazione su Internet per piccole e medie imprese” sono:

  • aggiornare e riqualificare la comunicazione aziendale;
  •  incrementare la visibilità sul mercato;
  • dare maggiore vitalità ai mercati esistenti e aprire mercati nuovi;
  • pianificare campagne di web marketing basandosi sul migliore rapporto costo/beneficio e gestirle con successo;
  • fidelizzare il rapporto con partner, fornitori e clienti;
  • dare vita a nuovi strumenti basati sul web di sostegno a vendita e customer satisfaction.

Il corso, senza subire alcuna variazione di costo rispetto al numero dei partecipanti, è rivolto a tutto il personale che si occupa di marketing e comunicazione internamente a una piccola o media impresa: manager e imprenditori, direttori commerciali, direttori vendite, business consultant, responsabili marketing, responsabili comunicazione.

Per informazioni dettagliate su contenuti e programma del corso, nonché sulle modalità di erogazione, si rimanda alla pagina Web marketing e comunicazione su Internet per piccole e medie imprese”.

Per ulteriori chiarimenti, telefonare al numero 0382.554425 (ore 10-19, lunedì-venerdì), riferirsi all’account Skype (communication_village) o scrivere un’e-mail a formazione@communicationvillage.com.

:: OFFERTE DI LAVORO – REDATTORE “ASP.NET” CERCASI (COMMUNICATION VILLAGE)

Communication Village, azienda di comunicazione, marketing e formazione, cerca

REDATTORE

per scrittura di articoli originali riguardanti ASP.NET con conoscenze di Visual Studio 2008 e Visual Studio 2010, Visual Basic .NET, Master Page, accesso ai database (conoscenza minima di SQL server e MySQL) e sicurezza.

Il redattore svolgerà il lavoro, part-time e negli orari più congeniali, dalla postazione da lui prescelta (non è prevista la presenza presso la sede di Communication Village).

È indispensabile:

  • dimostrare ottime doti di scrittura (che appureremo mediante un’articolata prova scritta, da eseguirsi presso il proprio domicilio, che comprovino correttezza nello svolgimento, velocità di scrittura e puntualità nel consegnare gli elaborati);
  • disporre di un account Skype per il colloquio preliminare a distanza.

Sarà privilegiato chi è in possesso delle seguenti caratteristiche:

  • ha già avuto esperienza nel campo redazionale, nella fattispecie negli ambiti suindicati;
  • ha conoscenze di SEO per il buon posizionamento degli articoli nei motori di ricerca, impiegando le parole chiave con maggiore rilevanza in termini di focus all’inizio dell’articolo, oltre che al suo interno (dove si auspica l’utilizzo di sinonimi che possano fungere da keyword);
  • ha una buona, se non ottima, conoscenza della lingua inglese (nel caso occorra prendere spunto da fonti scritte in inglese o da video in lingua inglese);
  • è in possesso di partita IVA.

Se la posizione ricercata da Communication Village è di proprio interesse, si prega di rispondere all’annuncio via e-mail (info@communicationvillage.com), indicando il riferimento “RED-ASP” nell’oggetto dell’e-mail, allegando il proprio curriculum vitae completo di autorizzazione al trattamento dei dati personali ai sensi del D. Lgs. 196/03.

La ricerca è rivolta a candidati ambosessi ai sensi della L. 903/77 e della L. 125/91.

:: CREARE UN SOCIAL NETWORK DEL BRAND: CHE COSA FRENA TANTE AZIENDE ITALIANE?

Una delle risposte più tipiche da parte di chi si sente consigliare “Potete innovarvi e rilanciarvi sul mercato. Come? Potete aprire un social network proprietario” è “Ma a noi non serve. E poi abbiamo già una pagina su Facebook!”.

A questo proposito, vi proponiamo due letture: “Usare Facebook, Twitter, YouTube e altri social network per il marketing aziendale” (resoconto della quinta giornata della nostra iniziativa “Open Day”) e “Creare social network del brand: la fan page di Facebook è insufficiente per l’efficace comunicazione del marchio” del nostro partner tecnologico DFL.

Una riflessione. Gli utenti del web, in particolare dai giovani agli adulti fino ai 50 anni, non sono persone che si connettono alla Rete semplicemente per cercare informazioni in modo asfittico. Sono persone che hanno almeno una passione per qualcosa e svariati interessi; che navigano per raffrontarsi (leggendo e raccontandosi a loro volta) con persone simili; che lasciano commenti a notizie, post e recensioni; che spesso hanno un proprio blog; che manifestano preferenze; che comparano modelli e prezzi sui siti di e-commerce per fare l’acquisto più soddisfacente e conveniente; che scrivono a un’azienda per avere ragguagli o chiarimenti. Che partecipano in senso pieno alla vita del web.

Prima del boom di Facebook, Twitter e altri social media, gli utenti si mettevano in relazione mediante i newsgroup, i forum e le chat. Strumenti che esistono ancora, perché non si utilizza Internet per “stare da soli” e che hanno precorso alcuni dettami che il cosiddetto Web 2.0 ha definitivamente fatto propri, divulgando prepotentemente concetti quali interazione tra persone, socialità, aggregazione, condivisione della conoscenza, collaborazione, status (basti pensare all’invito di scrivere qualcosa sulle bacheche dei più noti social media, come “A cosa stai pensando?” di Facebook e “Che c’è di nuovo?” di Twitter), desiderio di contattare utenti sconosciuti ma con interessi e preferenze analoghi.

La voglia di comunicare con altre persone è propria della storia della Rete sin dai suoi esordi. Non bisogna dimenticare che il primo nodo della Rete è nato alla fine degli anni ’60 in forma di rete sperimentale costruita per il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti dall’ARPA (Advanced Research Project Agency) per comunicare (anche dati) mettendo in relazione più computer. E non è un caso se, nel tempo, Internet si è sviluppata come una rete di computer mondiale ad accesso pubblico e se, oggigiorno, rappresenta il principale mezzo di comunicazione di massa.

Come tale, tutte le aziende e la maggior parte delle organizzazioni online vedono nel web opportunità per divulgare le attività con il fine ultimo di implementare le attività di marketing e di accrescere la notorietà (conoscenza dell’esistenza del proprio marchio, dei servizi e/o dei prodotti offerti; espansione della visibilità e della reputazione dell’azienda o dell’organizzazione). Che, detto con parole più semplici, equivale a incrementare i ricavi economici attraverso il raggiungimento di un pubblico di consumatori e fruitori più vasto.

Poiché è innegabile che il sovrascopo di qualsiasi impresa o associazione che ha qualcosa da vendere è vendere (e vendere il più possibile), attualmente una delle soluzioni più adeguate per determinate realtà professionali (non per tutte indistintamente) è affiancare il social network del brand al sito istituzionale, che abbia o meno l’impianto di e-commerce interno al proprio sito web.

Finora solo pochi imprenditori (stranieri; com’è noto, in fatto di tecnologie applicate all’uso dell’informatica e del computer l’Italia è di solito un passo indietro) hanno davvero compreso i numerosi benefici di un social network proprietario e non temono (giustamente) neppure eventuali commenti negativi da parte dell’utenza.

Sono ancora tanti gli imprenditori e i manager che dubitano dei vantaggi nel creare un social network perché, fondamentalmente, non sono ancora pronti al cambiamento della filosofia di comunicazione e di marketing e quindi vedono i nuovi strumenti del web come strutture impegnative, difficilmente gestibili, relativamente costose e, infine, “inutili”. Di frequente, scartare a priori o in seguito a riflessioni manchevoli e carenti una possibilità cela la non consapevolezza, che si declina in non conoscenza, scarsa preparazione, incompetenza, conservatorismo, timore di essere scalzati da colleghi o sottoposti che hanno più dimestichezza e pratica e idee illuminate.

Ma il mondo va avanti e arrivare a intendere le cose dopo analisi e case history altrui, a posteriori, non rappresenta né l’innovazione del presente né il futuro.

:: SOCIAL MEDIA MARKETING: SCEGLIERE SERVIZI, CONSULENZA E CORSI DI FORMAZIONE PER AZIONI DI WEB MARKETING EFFICACI

Come scegliere la soluzione giusta per una campagna di social media marketing? Questa è una delle domande più tipiche che si pone un manager pronto a investire in comunicazione di marketing sul web.

Una delle questioni fondamentali a cui ogni manager cerca di dare subito una risposta è: cosa si può affidare direttamente al personale interno all’azienda, visto che il social media marketing è innanzi tutto (anche se non soltanto) un lavoro di pubblicazione di messaggi per lo più brevi su social network, blog e altri siti “sociali”, di solito in forma di commenti o di brevi aggiornamenti di stato?

Per fare questo non occorre una risorsa provvista di competenze tecniche estremamente specializzate, come un grafico o uno sviluppatore web. Quindi assegnare a questa attività una persona già disponibile in azienda potrebbe essere una buona idea.

Questa riflessione in parte è esatta.

In un altro post abbiamo descritto in modo particolareggiato le competenze che deve avere una risorsa dedicata alla comunicazione di marketing nel Web 2.0.

Se non è richiesta una specifica preparazione tecnica, sono invece indispensabili:

  1. una buona cultura generale, una solida competenza di comunicazione di marketing e un’esperienza pregressa nel ruolo di copywriter (qualità che raramente sono presenti nel personale già assunto dalla maggior parte delle imprese);
  2. una serie di conoscenze e nozioni specifiche (quasi sempre manca al personale già esistente) per la gestione efficace del complesso universo del Web 2.0;
  3. il tempo. Se è vero che gran parte delle attività di social media marketing non richiede investimenti economici, è anche vero che per ottenere dei risultati apprezzabili bisogna impiegare una significativa quantità di tempo in modo regolare e costante, altrimenti il lavoro svolto rischia di risultare vano.

Considerando questi tre aspetti, diventa facile capire come gestire e a chi affidare le attività di marketing nel Web 2.0.

Se si dispone di una risorsa interna con competenze minime adeguate e con del tempo da dedicare (circa una o due ore al giorno) al social media marketing, è sufficiente formarla con un corso di formazione sul social media marketing in modo da fornirle le conoscenze tecniche necessarie per svolgere azioni di comunicazione in modo proficuo.

L’investimento, in questo senso, è quello di un corso di formazione. Un buon corso costa orientativamente tra i 1.500 euro e i 4.000 euro e dura mediamente da 2 a 5 giorni, a seconda della quantità di esercitazioni che si prevede di integrare all’interno delle lezioni e del livello di approfondimento che si vuole raggiungere.

Se la risorsa interna è competente ma si vuole avere una maggiore garanzia dei risultati ottenuti, si può optare per aggiungere alla formazione anche un piano di consulenza esterna. Questo garantisce all’azienda la certezza di svolgere le azioni più efficaci, definite insieme al professionista che offre all’impresa la sua esperienza e la sua competenza. Inoltre il consulente si occupa di definire gli obiettivi e di controllare i risultati, dando suggerimenti mirati e proponendo, in corso d’opera, azioni correttive per ottenere il migliore successo dalla campagna.

Un piano di consulenza solitamente si applica a un periodo non inferiore ai sei mesi, sotto il quale non si possono assicurare risultati a questo tipo di campagna di marketing.

Il costo orientativo, riferito a sei mesi di consulenza, oscilla  tra i 3.000 euro e i 10.000 euro, a seconda dell’intensità e della profondità dell’assistenza richiesta.

Se l’azienda non ha risorse umane da dedicare in modo costante al social media marketing può decidere di assegnare tutto il lavoro a un’agenzia esterna.

In questo caso, oltre a verificare la qualità e la competenza dell’agenzia scelta, l’azienda deve richiedere una pianificazione chiara degli obiettivi a cui si punta, le azioni da svolgere, i principali siti e canali web da impiegare. Inoltre si devono fissare una serie di milestone che consentono di valutare in corso d’opera i risultati conseguiti, in modo da apportare i correttivi più consoni al miglioramento della campagna.
L’azienda deve anche incaricare una propria persona a relazionarsi in modo regolare con l’agenzia, in modo da passarle tutte le informazioni utili per lo svolgimento del lavoro di comunicazione dell’impresa.

Anche in questo caso, il lavoro si deve applicare a un periodo non inferiore ai sei mesi, sotto il quale per questo tipo di campagna di marketing non possono essere assicurati risultati. Il costo orientativo, riferito a sei mesi di attività, oscilla tra 10.000 e 30.000 euro.

:: CREARE SOCIAL NETWORK DI SUCCESSO. POPSUGAR & CO.: UNA CASE HISTORY DI FAMA MONDIALE

Come creare social network di successo?

Uno dei casi di maggiore successo nel mondo dei social network verticali, detti anche social network tematici perché si fondano su un’unica tematica (al contrario di Facebook, che è un social network orizzontale – o social network generalista – perché non offre una tematica predominante), è rappresentato dall’insieme di community create dall’azienda statunitense Sugar Inc., che dal 2006 ha creato e tuttora gestisce un’ampia rete sociale dedicata al target definito “Y Women” (per approfondimenti corredati da statistiche, una lettura interessante è “PopSugar Media Releases New Marketing Study on Gen Y Women’s Influence“).

Con oltre 17 milioni di visitatori unici al mese suddivisi in tre segmenti di mercato (PopSugar.com e PopSugar.tv; ShopStyle.com e FreshGuide.com) operanti negli USA, in Europa, Giappone e Australia, la popolarità dei social media di Sugar Inc. si basa su due cardini principali che si completano reciprocamente: il target femminile con determinate caratteristiche e le marche che producono prodotti e servizi rivolti a ragazze e donne.

Creare social network di successo. PopSugar & Co.: una case history di fama mondiale

L’obiettivo di Sugar Inc. è pertanto duplice: proporre un’esperienza on line unica per il pubblico femminile (definito “influential generation”) e aiutare i brand a entrare in contatto ed essere conosciuti dalla stessa “influential generation”. L’aggettivo inglese ‘influential’ ha diverse sfumature semantiche: ‘influente’, ‘convincente’, ‘persuasivo’, ‘autorevole’. Un poker di attributi che connota alla perfezione l’esteso segmento del target a cui le piattaforme sociali di Sugar Inc. si rivolgono, dove le utenti sono tutte prosumer perché riferiscono opinioni e, alcune di queste, sono anche opinion maker e opinion leader perché sanno persuadere grazie ai loro messaggi che raggiungono una vasta audience interamente interessata e appassionata. Il tutto per la gioia, tra le altre, delle ‘shopaholic’, termine che indica la tendenza alla consumopatia indotta sia dalla società contemporanea dai media e dai new media, e per la felicità delle aziende che vendono gli oggetti-desiderio, abbondantemente pubblicizzati sulle pagine dei social network Sugar.

Ogni iscritta (sebbene siano presenti anche ragazzi e uomini) al maxi network si può connettere, con una sola azione di log in, a PopSugar (gossip su VIP e celebrità), FabSugar (moda), BellaSugar (bellezza), TrèsSugar (sesso e cultura), BuzzSugar (musica, TV e cinema), CasaSugar (casa, arredamento e giardino), LilSugar (mamme e bambini), FitSugar (fitness, salute e benessere), YumSugar (ricette, cibo e vini), SavvySugar (carriera e denaro), GeekSugar (hi-tech e gadget), PetSugar (cani, gatti e altri animali da compagnia).

Ultimamente sono state aggiunte due feature: la sezione TV, che include video suddivisi nei canali PopSugar Rush, FabSugar TV, BellaSugar TV, PopSugar LivingTV e onSugar, e la piattaforma per la creazione di blog gratuiti degli utenti. Non mancano naturalmente gruppi, statistiche, giochi (es. l’interattivo PopSugar’s Retail Therapy, ridondato anche in Facebook) e altri stratagemmi per intrattenere al meglio l’utenza.

I contenuti dell’intera rete di social network Sugar sono creati sia dagli utenti sia dalla stessa società, che provvede a pubblicare puntualmente notizie aggiornate, mantenendo così sempre vivo l’interesse degli iscritti.

Ogni contenuto (news, post, commento a un post, fotografie, video, ecc.) è segnalabile e condivisibile sui più famosi social network (Facebook, Twitter, Yahoo!Buzz, Stumble, Digg) per amplificare l’eco mediatica.

Analizzare il progetto della rete dei social network di PopSugar & Co. è un ottimo esercizio per comprendere come un’idea innovativa e attrattiva si fonde sapientemente a un modello di business forte e di successo.

Per creare social network “chiavi in mano” di successo (progettazione concettuale, business plan, software e piattaforma proporzionali – nelle dimensioni e nel costo – al vostro progetto e ai vostri obiettivi, web design e grafica, animazione e moderazione, lancio e pubblicità, social media marketing, piattaforma mobile, ecc.) o per chiedere qualsiasi tipo di informazione, Communication Village è a vostra disposizione dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 19, al numero 0382.554425, via Skype (account: communication_village) e via e-mail (info@communicationvillage.com).

Immagine © Sugar Inc.

:: EVENTI – SEMINARIO “CARO WEB, QUANTO MI COSTI?” (BELLUNO, 18 APRILE 2011)

“Caro Web, quanto mi costi?”

Lunedì 18 aprile 2011, ore 20.30

Hotel Europa Executive
Via Vittorio Veneto 158/O – Belluno

Sebbene non esista un vero e proprio censimento, in provincia di Belluno oltre il 90% delle imprese ha un proprio sito web. Percentuale prossima al 100% calcolando anche le imprese dai 20 dipendenti in su.

Confindustria Belluno Dolomiti ha chiamato Communication Village per fare il punto su aspetti fondamentali del ruolo di Internet nelle aziende.

  • Sviluppo del business via web. Perché e in che modo il Web 2.0 e i social network possono cambiare radicalmente il marketing, la comunicazione e le attività commerciali delle aziende.
  • Costi e benefici. Come si valuta l’investimento da fare su Internet e come si misura la produttività del proprio sito.
  • Social network: sì o no? Vendere e sviluppare rapporti commerciali nell’era dei social network: strumenti, tecniche, opportunità e criticità.
  • Positioning. Essere presenti su internet non basta. Occorre conoscere cosa c’è dietro ai motori di ricerca per comprendere come il tuo target possa arrivare al tuo sito.

Il seminario si terrà lunedì 18 aprile 2011 alle ore 20.30 presso l’Hotel Europa Executive di Belluno ed è aperto a tutte le imprese bellunesi associate business-to-consumer e business-to-business, alle web-agency, ai giovani interessati a verificare quali opportunità offre oggi il Web 2.0, a chi vuole capire i fenomeni mentre accadono.

La partecipazione è gratuita. Per informazioni e adesioni contattare Gian Beppino Da Rin – Servizio Innovazione Confindustria Belluno Dolomiti (gdarin@assind.bl.it; tel. 0437/951.246 – 951.224).

Comunicato stampa ufficiale > “Caro Web, quanto mi costi?” – Un seminario dei Giovani imprenditori di Confindustria Belluno Dolomiti il 18 aprile per le imprese (Bellunopress)

Seminario "Caro Web, quanto mi costi?"- Belluno, lunedì 18 aprile 2011

:: OFFERTE DI LAVORO – AGENTI MONO/PLURIMANDATARI E RIVENDITORI CERCASI (COMMUNICATION VILLAGE)

Communication Village è un’agenzia specializzata nella fornitura di servizi di comunicazione e marketing basati sul web, nella formazione e nella realizzazione di progetti (siti e portali) Web 2.0 a imprese (PMI e grandi gruppi industriali), Pubblica Amministrazione, enti locali e organizzazioni in tutta Italia.

Cerchiamo agenti (mono/plurimandatari) e rivenditori disposti ad accogliere il nostro mandato da proporre al proprio parco clienti.

Le figure richieste si occuperanno in piena autonomia di proporre consulenza e servizi di comunicazione d’impresa, web marketing e social media marketing, formazione, contenuti editoriali, progetti web complessi (come social network e portali), oltre alla piattaforma software per social network DEDO, di cui Communication Village è rivenditore.

I candidati ideali hanno portafoglio già avviato, spirito di iniziativa, determinazione, capacità di lavorare in autonomia, serietà, ottime attitudini alla vendita e capacità relazionali e organizzative.

Preferibile esperienza pregressa nel campo della vendita di servizi a clientela business e Partita IVA.

Garantiamo un trattamento provvigionale di sicuro interesse con premi al raggiungimento degli obiettivi.

Offriamo percorso formativo.

Per ulteriori informazioni, scrivere a lavoro@communicationvillage.com o contattare via Skype l’account communication_village.

La ricerca è rivolta a candidati ambosessi ai sensi della L. 903/77 e della L. 125/91.

:: SOCIAL MEDIA MARKETING: PRO E CONTRO * CAMPAGNA INFORMATIVA 2011 (1-31 MARZO 2011)

SOCIAL MEDIA MARKETING: PRO E CONTRO
* CAMPAGNA INFORMATIVA 2011 *

Dal 1° marzo al 31 marzo 2011, dal lunedì al venerdì, ore 11-13 e 14-20

Incontri gratuiti via Skype per illustrare alle aziende, ai professionisti, alla Pubblica Amministrazione, agli enti locali e alle organizzazioni le opportunità del social media marketing.

Serve davvero a ottimizzare la comunicazione e il marketing, creare progetti innovativi dedicati alle persone che si desidera raggiungere, fidelizzare gli utenti al brand o ai servizi?

Communication Village conosce le esigenze di comunicazione e di marketing di aziende, Pubblica Amministrazione, enti locali e organizzazioni.

A questo scopo organizza la campagna informativa “Social media marketing: pro e contro” per fare conoscere meglio una tematica di cui tanto si parla ma di cui spesso non si comprendono benefici, svantaggi e modalità operative.

L’era in cui il sito web serviva solo per presentare prodotti e servizi, offrendo eventualmente l’opportunità di acquistarli direttamente dal sito, è ormai superata da tempo.

Il cosiddetto Web 2.0 ha trasformato il modo in cui le aziende possono utilizzare il web per attuare campagne di comunicazione e azioni di marketing operativo. Oggi più che mai, Internet e il web permettono di stabilire un dialogo diretto con il mercato di riferimento, laddove “I mercati sono conversazioni”e “I mercati sono fatti di esseri umani, non di segmenti demografici” (Cluetrain Manifesto, di cui è disponibile la traduzione in italiano).

La campagna informativa 2011 sul social media marketing e sugli argomenti correlati verterà su:

  • social media marketing, comunicazione e web marketing (e-commerce incluso) nel Web 2.0: usare i social network (Facebook, Twitter, FourSquare, FriendFeed, Netlog, YouTube, LinkedIn, ecc.);
  • social network del brand o della P.A. o dell’ente locale o dell’organizzazione;
  • blog aziendale (corporate blog);
  • article marketing;
  • reputazione sul web (web reputation), controllo e monitoraggio;
  • buzz marketing, individuazione di opinion leader e passaparola (word-of-mouth);
  • geotagging.

Per soddisfare al meglio ciascuna richiesta di partecipazione, inviare un’e-mail a info@communicationvillage.com con una breve descrizione della propria realtà professionale affinché Communication Village possa fare una pre analisi delle attività dell’azienda, della Pubblica Amministrazione, dell’Ente Locale o dell’organizzazione e fornire informazioni più mirate.

Per prenotare un incontro in Skype in data e orario desiderati, consultare il calendario online.

Per qualsiasi informazione o chiarimento, è possibile contattare Communication Village attraverso il numero telefonico 0382.554425, l’indirizzo e-mail info@communicationvillage.com oppure Skype (account: communication_village).

Gli incontri, svolti in sessioni one-to-one e della durata orientativa di un’ora, si terranno in videoconferenza via Skype.

Gli incontri sono gratuiti e non comportano alcun impegno o vincolo tra i partecipanti e Communication Village.

Social media marketing: pro e contro * Campagna informativa 2011 (Communication Village)

:: OFFERTE DI LAVORO – REDATTORE “HI-TECH & INTERNET” CERCASI (COMMUNICATION VILLAGE)

Communication Village, azienda di comunicazione, marketing e formazione, cerca

REDATTORE

per scrittura e pubblicazione on line di articoli riguardanti hi-tech e Internet (hardware, software, telefonia mobile e fissa, notizie dal mondo di Internet, ecc.) partendo da titoli corredati di fonti web, da rielaborare in modo originale (non è consentito il “copia e incolla”, neppure di brevi frasi).

Il redattore svolgerà il lavoro dalla postazione da lui prescelta (non è infatti prevista la presenza presso la sede di Communication Village).

È indispensabile:

  • dimostrare ottime doti di scrittura (che appureremo mediante un’articolata prova scritta, da eseguirsi presso il proprio domicilio, che comprovino correttezza nello svolgimento, velocità di scrittura e puntualità nel consegnare gli elaborati);
  • avere una buona conoscenza dei principali CMS (Content Management System);
  • disporre di un account Skype per il colloquio preliminare a distanza e per restare in contatto con il Content Manager di Communication Village durante l’orario  di lavoro concordato.

Sarà privilegiato chi è in possesso delle seguenti caratteristiche:

  • ha già avuto esperienza nel campo redazionale, nella fattispecie in ambito hi-tech e Internet;
  • ha conoscenze di SEO per il buon posizionamento degli articoli nei motori di ricerca, impiegando le parole chiave con maggiore rilevanza in termini di focus all’inizio dell’articolo, oltre che al suo interno (dove si auspica l’utilizzo di sinonimi che possano fungere da keyword);
  • ha una buona, se non ottima, conoscenza della lingua inglese (nel caso occorra prendere spunto da fonti scritte in inglese o da video in lingua inglese);
  • è in possesso di partita IVA.

Se la posizione ricercata da Communication Village è di proprio interesse, si prega di rispondere all’annuncio via e-mail (info@communicationvillage.com), indicando il riferimento “RED-TECH” nell’oggetto dell’e-mail, allegando il proprio curriculum vitae completo di autorizzazione al trattamento dei dati personali ai sensi del D. Lgs. 196/03.

La ricerca è rivolta a candidati ambosessi ai sensi della L. 903/77 e della L. 125/91.

••● ☆ SUGGERIMENTO #22 ☆ ●•• MODIFICARE VELOCEMENTE IL LOOK AL (NUOVO) PROFILO FACEBOOK CON UN’APP

Come modificare in modo semplice, veloce e creativo il proprio profilo Facebook da quando, recentemente, sono state introdotte modifiche. Non occorre essere grafici esperti: è sufficiente affidarsi all’applicazione Schweppes Facebook Profile App e, con pochi click del mouse e fantasia, potete conferire un nuovo look alla vostra pagina personale di Facebook.

P.S. Buona trovata di social media marketing della social media agency olandese Super Social.

:: CORSI PER AZIENDE SU SOCIAL MEDIA MARKETING, WEB 2.0, VENDITE TRAMITE INTERNET

Un’azienda che investe in un corso di formazione per comprendere il web marketing e il social media marketing conquista opportunità preziose per aumentare la visibilità on line e migliorare il rapporto con i propri clienti.

Gestire la comunicazione e le attività commerciali nel Web 2.0 è sempre più complesso.

I clienti attuali e potenziali sono capaci di trovare autonomamente informazioni su prodotti e imprese, sono sempre meno sensibili agli effetti della pubblicità tradizionale, desiderano avere nuove occasioni di dialogo con le aziende e non essere più essere trattati solo come target a cui si rivolge l’azione di vendita.

In particolare, gli utenti di Internet sono molto più critici verso la comunicazione di marketing tradizionale. Per relazionarsi a loro, le aziende hanno bisogno di attuare tecniche particolari che sfruttano mezzi e logiche di comunicazione del Web 2.0.

Facebook, Twitter, YouTube, Flickr, FriendFeed, LinkedIn e i blog sono solo alcuni dei social network che un’impresa deve conoscere a fondo per comunicare. L’intero universo del web attuale offre una grande quantità di strumenti potentissimi per riuscire a stabilire un rapporto positivo con i consumatori e i clienti.

Sia nel B2B che nel B2C le imprese che non imparano a usare in modo adeguato il Web 2.0 per la propria comunicazione perdono un’occasione inestimabile di crescita degli utili e di aumento della propria quota di mercato, oltre a essere sorpassate da aziende competitor che nel frattempo inizieranno a gestire opportunamente la comunicazione mediante il social media marketing.

Communication Village propone alle imprese dei corsi di formazione aziendali che forniscono tutte le competenze indispensabili per fare azioni di marketing efficaci nel Web 2.0 e per costruire un rapporto solido e positivo con i propri clienti attuali e potenziali:

Corso di social media marketing

Web 2.0 e marketing non convenzionale

Aumentare le vendite con Internet e il Web

Questi corsi, svolti direttamente nell’azienda che li richiede e i cui costi non mutano in base al numero dei partecipanti, su richiesta possono essere accompagnati da giornate di consulenza finalizzate ad aiutare l’azienda ad applicare correttamente le nozioni apprese alle proprie, specifiche esigenze di approccio al mercato.

Per informazioni dettagliate su contenuti e programmi dei corsi si rimanda alla pagina “Formazione e corsi aziendali” di Communication Village.

Per ulteriori chiarimenti, telefonare al numero 0382.554425 (ore 10-19, lunedì-venerdì), riferirsi all’account Skype (communication_village) o scrivere un’e-mail a formazione@communicationvillage.com.

:: DEDO, LA PIATTAFORMA SOFTWARE PER CREARE SOCIAL NETWORK PER AUMENTARE BUSINESS, VENDITE E VISIBILITÀ

DEDO è la piattaforma software d’avanguardia flessibile, versatile e facile da usare per creare social network “chiavi in mano”.
Con possibilità di personalizzazione dei singoli moduli e di richiesta di moduli aggiuntivi costruiti sulle esigenze del Cliente, DEDO si integra a siti Internet esistenti per massimizzare le azioni e le campagne di comunicazione e marketing.

DEDO è la soluzione comunicativa per aziende, pubbliche amministrazioni, enti locali, organizzazioni no-profit che desiderano realizzare community di utenti con un target mirato per proporre prodotti, servizi, progetti, idee, esperienze, know-how.

In alternativa o in aggiunta (per convogliare gli utenti già fidelizzati sul proprio social network) a social media come Facebook, Twitter, FriendFeed, YouTube, ecc., il proprio social network che promuove marchi, brand, iniziative, eventi, condivisione di esperienze e di passioni, offre innumerevoli vantaggi. Tra questi:

  • potenziamento delle relazioni con i clienti già acquisiti;
  • raggiungimento di nuovi utenti per mezzo di campagne mirate e/o passaparola;
  • fidelizzazione dei clienti;
  • aumento delle vendite;
  • osservazione e analisi delle reali esigenze della clientela tramite il dialogo e la partecipazione diretti;
  • miglioramento della reputazione sul web (web reputation);
  • guadagno attraverso la vendita di spazi pubblicitari;
  • ricavi mediante servizi avanzati a pagamento per gli utenti;
  • distacco dai competitor che svolgono le attività in modo più tradizionale.

Considerati i costi delle campagne di marketing basate su strumenti più tradizionali (es. banner, link, ecc.) e i loro limitati benefici, DEDO è altamente concorrenziale perché è permanente, è sfruttabile in qualsiasi momento e gratuitamente per qualsiasi piano di comunicazione e marketing, stimola gli opinion leader (chi gode del prestigio per influenzare in modo determinante l’utenza), coinvolge immediatamente gli utenti che autogenerano scambi di opinione, recensioni, feedback e suggerimenti. In particolare, la quantità dei contenuti (es. testi, immagini, video) incrementa la visibilità dell’azienda nei motori di ricerca, il che significa ottenere un flusso continuo di utenti nuovi.

Per informazioni, telefonare al numero di rete fissa 0382.554425 o al numero di rete mobile 345.3438080 (ore 10-18, lunedì-venerdì), riferirsi agli account Skype dflsrl o communication_village, scrivere un’e-mail a team@dedonet.it.

DEDO – Software per social network

DEDO, la piattaforma software per creare social network
DEDO, la piattaforma software per creare social network

:: ANALISI GRATUITA & QUESTIONARIO: AUMENTARE LE VENDITE DEL SITO E-COMMERCE (OFFERTA VALIDA FINO AL 31 OTTOBRE 2010)

Hai un sito e-commerce e desideri aumentare il numero di visite e di vendite, fidelizzare i clienti e fare conoscere la tua attività a nuovi utenti, incrementare il tuo successo in Internet?

Communication Village offre la possibilità di ottenere un’analisi completamente gratuita del tuo sito di e-commerce e e delle attività di marketing e comunicazione svolte nel Web.

Dopo avere compilato il questionario, scaricabile facendo click sul link sottostante, spediscilo via e-mail a info@communicationvillage.com: accorderemo un appuntamento mediante Skype (account: communication_village) o telefono (0382.554425) e ti indicheremo i problemi principali della tua attività su Internet e le possibili soluzioni.

L’iniziativa non è in alcun modo vincolante all’acquisto di ulteriori servizi in cui Communication Village è specializzata.

La presente offerta è valida fino al 31 ottobre 2010.

Scarica ora il questionario (1,6 MB) >>

AUMENTARE LE VENDITE DEL SITO E-COMMERCE (ANALISI GRATUITA).

*  *  *

Domande contenute nel questionario:

1. Quando è stata realizzata l’ultima versione del sito?

2. Nella realizzazione dell’ultima versione del sito quali obiettivi sono stati posti? Sono stati raggiunti?

3. Quanto è soddisfatto del sito attuale? (Un voto da 1 a 10)

4. A Suo avviso, quali sono i principali punti di debolezza e i punti di forza del sito?

5. Quali obiettivi vorrebbe raggiungere con il sito?

6. A Suo avviso, quanto sono importanti questi aspetti in un sito? (Un voto da 1 a 10)

  • Qualità grafica ed estetica
  • Chiarezza della struttura
  • Schede dei prodotti esaurienti
  • Informazioni complete sull’Azienda
  • Area contatti efficiente
  • Funzionalità e sicurezza del sistema d’acquisto:
  • Aree a disposizione degli utenti per lasciare commenti, opinioni, recensioni di prodotti, ecc.:

7. Il server e tutte le tecnologie del sito funzionano bene? Hanno mai dato problemi?

8. Quali sono i siti dei competitor diretti più temuti? (Indicarne almeno 3 sotto forma di URL)

9. In cosa il Vostro sito è differente rispetto a quelli di tutti i competitor?

10. Il sito è ben posizionato nei motori di ricerca? (Un voto da 1 a 10)

11. Perché un cliente dovrebbe acquistare sul Vostro sito anziché su un altro sito?

12. Quanto è disponibile il Vostro personale a rispondere alle richieste dei clienti? (Un voto da 1 a 10)

13. Quanto ritenete che il Vostro personale sia rapido nelle risposte e nella risoluzione dei problemi? (Un voto da 1 a 10)

14. Specificamente, ci sono persone dell’Azienda a cui è assegnato uno dei seguenti compiti (mettere una crocetta su ogni compito per cui è assegnata esplicitamente almeno una persona; lasciare invariato se il compito non è svolto da alcuna persona in particolare):

  • aggiornare il sito
  • prendere gli ordini
  • evadere gli ordini
  • occuparsi della customer satisfaction

15. È in grado di gestire i reclami e le lamentele in modo efficace? (Un voto da 1 a 10)

16. L’evasione degli ordini avviene sempre in modo rapido ed efficiente? (Un voto da 1 a 10)

17. I tempi di consegna sono rispettati?

18. Il cliente è in grado di conoscere in tempo reale lo stato dell’evasione dell’ordine in ogni sua fase? Se ha risposto affermativamente, in che modo?

19. Avete un sistema di statistiche delle visite al sito?

20. Sapete quali sono le pagine più visitate e i percorsi più frequenti fatti dagli utenti nella loro permanenza sul sito?

21. Sapete con precisione da dove provengono le visite al sito?

22. Avete un’idea chiara su quali azioni attuare in relazione ai dati statistici che riguardano le visite al sito?

23. Conoscete le caratteristiche dei clienti che hanno acquistato mediante il sito (es. età, sesso, professione, interessi, ecc.)?

24. Siete in grado di produrre statistiche precise sui gusti e sugli interessi d’acquisto dei Vostri clienti e di sfruttarle per strategie future?

25. Effettuate promozioni di prodotti? In che modo?

26. Ritenete che i prezzi dei Vostri prodotti siano concorrenziali?

27. Come definireste l’offerta dei prodotti a catalogo?

  • Offerta di quasi tutti i prodotti attualmente presenti sul mercato di riferimento
  • Ampia offerta di prodotti presenti sul mercato di riferimento
  • Offerta selezionata di prodotti del mercato di riferimento
  • Offerta di prodotti di nicchia

28. Avete dei metodi di fidelizzazione (es. punti fedeltà, bonus, sconti maturati ogni tot acquistato, ecc.)? Se sì, quali?

29. Avete fatto campagne pubblicitarie on line? Se sì, quando e presso quali siti? Che tipo di pubblicità erano? Es. banner su vari siti; pubblicità con contenuti arricchiti (es. interstitial in siti news, infotainment, giochi sponsorizzati, video, pubblicità interattive, ecc.); e-mail pubblicitarie; Google Adwords; altro.
Che risultati hanno dato?

30. Siete presenti in qualche portale di comparazione dei prezzi? Se sì, quali?

31. Utilizzate anche social network come Facebook o Twitter per informare delle Vostre proposte? Se sì, quali? Inoltre, la Vostra presenza sui social network Vi ha permesso di vendere di più?

32. Informate i clienti acquisiti delle nuove iniziative e proposte? Come?

33. Dopo la vendita di un prodotto viene mantenuto un contatto attivo con il cliente? Come?

34. Avete un servizio di newsletter? Se sì, quali contenuti inviate e a quale frequenza? Quanti sono gli iscritti attualmente?

35. Avete mai ricevuto lamentele da parte dei Vostri clienti? Se sì, quali sono le più frequenti?

36. In che modo i clienti possono farVi pervenire le loro impressioni? (Es. e-mail, modulo sul sito, numero di telefono dedicato alla customer care, altro.

37. Il sito permette al cliente di partecipare attivamente lasciando idee, opinioni, valutazioni, ecc.? Se sì, in che modo?

38. I Vostri responsabili di marketing conoscono bene le caratteristiche del mezzo Internet e del Web marketing in modo da sfruttarne tutte le potenzialità e le opportunità?

  • Hanno una cultura specifica su Internet e il Web marketing molto avanzata
  • Conoscono Internet in modo discreto, ma hanno delle lacune nel Web marketing
  • Conoscono abbastanza poco sia Internet che il Web marketing
  • Non hanno competenze su Internet e il Web marketing

39. I Vostri responsabili di marketing quanto conoscono le opportunità del Web 2.0, dei social network (social media marketing) e dei metodi di marketing non convenzionale, indispensabili oggi per sfruttare in modo pieno e vincente il Web per il marketing aziendale?

  • Conoscono bene il Web 2.0 e il marketing non convenzionale e i vantaggi che possono portare al marketing e al commercio aziendale
  • Sanno a grandi linee cosa sono il Web 2.0 e il marketing non convenzionale e quali vantaggi possono portare, ma non sanno applicarli concretamente all’Azienda
  • Conoscono abbastanza poco sia il Web 2.0 che il marketing non convenzionale
  • Non hanno nessuna competenza sul Web 2.0 e sul marketing non convenzionale

••● ☆ SUGGERIMENTO #21 ☆ ●•• GOOGLE INSTANT: RICERCHE PIÙ INTELLIGENTI E VELOCI

A chi ancora non conoscesse e avesse testato Google Instant, la nuova funzionalità di ricerca che mostra i risultati mentre si digitano lettere e stringhe alfanumeriche nel tradizionale campo di ricerca di Google, consigliamo di fare delle prove.


••● ☆ SUGGERIMENTO #20 ☆ ●•• ALGIDA (CORNETTO DATE MAKER) E SOCIAL MEDIA MARKETING: SI POTEVA FARE DI PIÙ

Progetto Cornetto Date Maker in occasione del 50° compleanno (1960-2010) del celeberrimo Cornetto: anche Algida passa al social media marketing nel Web 2.0 per rilanciare il brand Cornetto Algida tra i teenager, target sempre meno soggetto ai media tradizionali (sebbene Algida continui a puntare molto sugli spot televisivi), aggiungendo al gioco on line anche la community Cornetto Date Maker su Habbo.it.
In meno di due giorni (sostengono i responsabili) si sono registrate oltre 10.000 iscrizioni, ma si poteva fare di più…

:: WEBMASTERPOINT SI RINNOVA: LE NOVITÀ E IL CONTRIBUTO DI COMMUNICATION VILLAGE

Tra le numerose forniture di contenuti redazionali che eroghiamo quotidianamente, c’è anche quella per WebMasterPoint.org, uno dei siti di riferimento in Italia per chi si occupa o è appassionato di Internet, informatica e prodotti hi-tech.

Per Webmasterpoint produciamo ogni giorno un flusso di news e approfondimenti che coprono tutti i principali aspetti dell’universo ICT e dell’hi-tech, per un totale di circa 100 aggiornamenti a settimana, distribuiti nelle categorie principali Programmazione, Web Design, ICT Business e Approfondimenti.

In occasione dei 10 anni di presenza sul web, WebMasterPoint.org ha rinnovato completamente la grafica e la tipologia di contenuti. Un’azione che ci fa piacere, perché è segno di una crescita evidente e prova di un successo al quale abbiamo contribuito con il nostro impegno e il nostro lavoro redazionale costante e scrupoloso.

Le novità principali del nuovo assetto grafico, che introduce un look and feel più coinvolgente e moderno, riguardano innanzi tutto una migliore disposizione e categorizzazione delle news e degli approfondimenti.
Altra innovazione rilevante è la possibilità di scrivere commenti e/o domande in calce a ciascun articolo, che apre il portale a un dialogo più stretto e dinamico con i lettori. Insomma, anche Webmasterpoint, a piccoli passi, sposa le logiche del Web 2.0.

Il prossimo step, già programmato, è quello di diffondere in modo sempre più ampio i contenuti del portale, sfruttando le logiche del social media marketing.

Un modo per andare incontro ai lettori stimolando sempre più la conversazione sui temi più caldi della tecnologia.

WebMasterPoint.org

:: COMMUNICATION VILLAGE E DFL: NUOVA PARTNERSHIP PER UNIRE STRATEGIE INNOVATIVE DI COMUNICAZIONE E MARKETING E TECNOLOGIA AVANZATA

Communication Village e DFL hanno siglato una partnership per offrire un bouquet di prodotti e servizi ancora più completi e innovativi.

DFL è una società fiorentina di comunicazione e sviluppo software il cui team è diretto da Leonardo Peggion. Specializzata nella progettazione e realizzazione di architetture complesse per il Web 2.0, ha sviluppato soluzioni innovative e originali per la creazione di social network all’avanguardia per contenuti tecnologici e funzionalità.

Communication Village e DFL: nuova partnership

DEDO, nella fattispecie, è una piattaforma software per la creazione di social network dedicati alle imprese del futuro, quelle che tutt’oggi sono le più lungimiranti, che desiderano essere al passo con i tempi (anticipandoli persino) e il cui vantaggio competitivo più significativo è incontrovertibilmente dato dalla capacità di costruire, gestire e mantenere relazioni collaborative e partecipative con i propri clienti.

DEDO - La piattaforma software per il Social Networking

DEDO possiede più di 2.500 funzioni, oltre 430 file di programmi, un database composto da 255 tabelle, tre aree di azione (Area pubblica, Area riservata agli utenti registrati al social network, Area riservata al moderatore), funzioni quali, per esempio, pagina profilo utente personalizzabile, sistema di messaggistica interna, condivisione immagini e video inviati dagli utenti, blog per ciascun utente, forum, chat, creazione di gruppi di utenti, eventi, widget personalizzabili e molto altro.
Testato con oltre 100.000 utenti, DEDO non ha mai dato alcun segnale di degrado nel tempo.

Ogni sito web è facilmente integrabile al nuovo social network realizzato con DEDO. In alternativa è possibile creare un sito ex novo in cui installare DEDO. In entrambi i casi, i vantaggi immediati consistono nella popolarità e nel traffico generato. E, di conseguenza, nell’incremento delle vendite.

La modularità della piattaforma DEDO soddisfa pienamente le esigenze aziendali, differenti da impresa a impresa, e su cui sarà svolto uno studio preliminare. In qualsiasi momento, si possono aggregare moduli aggiuntivi. Per le sue caratteristiche progettuali, DEDO si presta ad essere implementato in modo progressivo, in linea con le strategie di comunicazione e di CRM aziendali sia dal punto di vista IT sia da quello strategico di marketing e comunicazione.

Communication Village e DFL, congiuntamente, vi aiutano attivamente a ridefinire i concept di marketing e comunicazione; formulare messaggi e contenuti; scrivere contenuti web e giornalistici, oltre a e-mail aziendali.
Il tutto ideando e progettando:

  • piani strategici di marketing e comunicazione aziendale per conoscere meglio i clienti, i loro bisogni e le loro preferenze grazie alla comunicazione bilaterale; creare fasce di utenza targettizzate in funzione delle loro caratteristiche; realizzare azioni e soluzioni mirate alle fasce di utenza;
  • campagne di marketing virale (viral marketing) vincenti e coinvolgenti, grazie a cui pochi soggetti interessati trasmettono il messaggio a un numero esponenziale di utenti finali mediante il processo di “passaparola” attraverso il web e in tempi rapidissimi;
  • campagne di e-mail marketing per propagandare, in modo diretto, contenuti pubblicitari e/o promozionali per mezzo della posta elettronica. È così possibile portare a un livello più avanzato il rapporto tra l’azienda e i suoi vecchi o attuali clienti, incentivando la loro fidelizzazione nonché l’acquisto di prodotti e servizi della Vostra azienda, e acquisire nuovi bacini di potenziali clienti. Il tutto grazie alla comunicazione “uno-a-uno” (one-to-one), personalizzando il messaggio in base al destinatario che riceve la comunicazione specifica.

Oltre a questo, DEDO consente l’addestramento sul campo del personale interno all’azienda per favorire l’implementazione operativa delle linee guida aziendali per la comunicazione on line. DEDO Training On The Job è la soluzione per le aziende che ambiscono a sviluppare al proprio interno il know-how strategico e operativo per utilizzare al meglio e in modo organico le opportunità della comunicazione on line.

In sintesi, l’estrema versatilità e la componibilità del sistema rendono DEDO adatto a perfezionare:

  • la comunicazione esterna all’azienda (migliorare la reputazione aziendale, facilitare il dialogo con i clienti, promuovere in modo mirato prodotti e servizi dell’azienda, raccogliere feedback e suggerimenti, coinvolgere attivamente i clienti, stabilire meccanismi di fidelizzazione, istituire comunità di utenti qualificati, istituire tribù di opinion leader tra i clienti, sollecitare discussioni e scambi di opinioni, veicolare iniziative off line di tipo tradizionale, sviluppare modalità di comunicazione multicanale grazie alla possibilità di suddividere gruppi di utenti registrati secondo profili personalizzati in base alle necessità);
  • la comunicazione all’interno dell’azienda (favorire la condivisione di mission e valori aziendali, sviluppare il senso di appartenenza, fare conoscere le singole attività aziendali, implementare prima e meglio processi e innovazioni, valorizzare le risorse interne, fare circolare le informazioni, raccogliere la creatività diffusa, rispondere più velocemente alle nuove istanze, migliorare l’efficienza dei processi interni).

DEDO è concepito per potenziare diversi tipi di comunicazione:

  • comunicazione corporate (ottimizzare le conversazioni in rete dell’azienda, attivare comunità di pubblici influenti con cui dialogare, gestire e monitorare in modo efficace ed efficiente la reputazione aziendale);
  • comunicazione pubblica degli enti pubblici e di tutte le organizzazioni di servizio al pubblico (supportare l’avvio e la gestione del dialogo con i cittadini e facilitare la loro partecipazione alle attività istituzionali);
  • comunicazione di brand (organizzare la partecipazione delle comunità di utilizzatori e delle attività di crowdsourcing, risorsa immateriale preziosa per le aziende che scelgono di fare partecipare i propri clienti alla co-creazione di prodotti e servizi);
  • turismo (costruire reti sociali di operatori di un territorio utili a costituire un autorevole punto di riferimento per chi intende scoprire un territorio o lasciare traccia di esperienze vissute);
  • hobby & sport (costruire comunità di appassionati e hobbisti per scambiare pareri, organizzare e/o pubblicizzare eventi, confrontarsi e condividere materiali ed esperienze);
  • comunicazione interna (migliorare la comunicazione interna, ottimizzare il trasferimento di informazioni in tempo reale tra luoghi diversi, connettere le persone);
  • comunicazione associativa (attivare le risorse associative in un luogo in cui possono essere condivise e scambiate affinché ogni grande organizzazione possa beneficiare del coinvolgimento e della partecipazione degli associati).

L’ambiente software su cui DEDO opera è variegato: Linux, Apache, MySQL, PHP, Cron, FFmpeg (con 3GP support e LAME MP3), FFmpeg-PHP, GD2 Library con True Type Font.

Per ulteriori informazioni sulle caratteristiche di DEDO, i moduli, i widget, i pacchetti DEDO Communication Start-up Package e DEDO Communication Advanced Package, DEDO Training On The Job, il costo del Canone Annuale DSNS (DEDO Social Network Services), visitate il sito DEDO  – Social Network Software e visionate la brochure DEDO – La piattaforma software per il Social Networking.

Potete nel frattempo testare DEDO visitando il social network dedicato agli amanti dei cavalli e dell’equitazione Ooopla (per test intensivi, scrivete un’e-mail all’indirizzo simone.biagini@dflsrl.it per permettere all’amministratore di seguire la Vostra attività di testing in continuo, simulando così il workflow di una comunità reale).

Siamo disponibili dal lunedì al venerdì, dalle 09.30 alle 18.00, per informazioni, analisi, valutazione e preventivo gratuiti:

:: SOCIAL MEDIA MARKETING: AFFIDARSI AD AGENZIE ESTERNE O USARE RISORSE INTERNE?

Il social media marketing in qualche caso non produce i risultati attesi. Quali sono le cause? Mancanza di formazione delle risorse interne dell’azienda o scelta sbagliata delle agenzie a cui affidare il servizio? E ancora: basta concentrarsi su Facebook per fare una buona campagna di social media marketing?

Filippo Toso propone un interessante video in cui rappresenta i problemi più tipici che causano il fallimento della maggior parte delle campagne di Social Media Marketing. E propone il suo rimedio: perché un’azienda possa ottenere successo in questo tipo di web marketing, il suo responsabile marketing deve conoscere a fondo cos’è e come si opera nel Social Media Marketing vincente. L’obiettivo finale del video è quello di proporre dei corsi di formazione che permettono di ottenere tutte le competenze in materia.

Sostanzialmente si può essere d’accordo con l’impostazione generale del ragionamento di Toso, ma ci sono alcuni punti che vanno sottolineati, sui quali si possono avanzare delle fondate obiezioni.

Fare Social Media Marketing con risorse interne o affidarsi ad agenzie esterne?

Afferma Toso: il primo problema del fallimento di una campagna di social media marketing è l’affidarsi ciecamente a un’azienda esterna.
In realtà, questo è il problema chiave di qualsiasi richiesta di fornitura: se si trova un fornitore poco serio si corre il rischio di ottenere prodotti o servizi di qualità scadente. È compito dei responsabili aziendali deputati alla scelta del fornitore selezionare la serietà e la competenza dell’azienda a cui ci si rivolge e verificare la corretta corrispondenza di prodotti o servizi acquistati con quanto pattuito nell’ordine.

L’esistenza di un rischio e di una scarsa serietà di talune aziende non implica però che si debba rinunciare totalmente alle forniture esterne.
Soprattutto nel caso del social media marketing (attività estremamente delicata che richiede competenze di comunicazione sofisticate ed evolute), dedicarvi risorse interne non esperte spesso può significare decretarne il totale insuccesso, perché è molto facile commettere errori fatali o semplicemente non dedicare a queste attività di marketing attenzione assidua e costanza negli aggiornamenti e nel monitoraggio. Con l’effetto che nella maggior parte dei casi non si riesce a ottenere un ritorno sull’investimento e si finisce per credere che il social media marketing sia inefficace, anziché ammettere che la campagna è stata attuata in modo scorretto e inadeguato.

Ciò non toglie che avere una buona infarinatura su cosa sia il social media marketing – e in generale il web marketing nel Web 2.0 – è indispensabile per chiunque oggi si occupi di marketing in un’azienda. Innanzi tutto per capire se il fornitore esterno scelto ha davvero le giuste competenze, poi perché solo conoscendo bene tutti gli strumenti a disposizione (avendoli peraltro già utilizzati in altre campagne di successo di social media marketing) è possibile scegliere come allocare gli investimenti in comunicazione di marketing e sostenere opportunamente le vendite. In questo caso, un corso di formazione compatto che illustri a volo d’uccello tutti gli aspetti del social media marketing e quali risultati può dare all’impresa è altamente consigliabile.

Scegliere un’agenzia esterna: un aspetto da tenere in considerazione

Chi ha una certa conoscenza del marketing in generale sa bene che la definizione preliminare degli obiettivi di una campagna è imprescindibile. Questi obiettivi sono quasi sempre misurabili in termini di vendite dirette, ma spesso si possono anche fissare obiettivi che solo indirettamente producono una crescita del fatturato: aumento della brand awareness, incremento delle relazioni commerciali, visibilità dell’azienda o dei suoi prodotti sul mercato, miglioramento della reputazione dell’impresa, ecc. Tutti obiettivi, però, che indirettamente hanno delle ricadute positive, nel medio e nel lungo periodo, sul fatturato.

Il social media marketing può produrre incrementi diretti nelle vendite, ma molto spesso garantisce risultati indiretti, come l’aumento della web reputation, la migliore reputazione dell’impresa, l’apertura di nuove relazioni con clienti, la maggiore visibilità dell’azienda e delle sue attività. Il fornitore che definisce chiaramente questi obiettivi in via preliminare è più serio e affidabile di quello che promette vendite immediate e poi dà come risultato solo una lista di iscritti a una fan page di Facebook, che non riesce a correlare in modo chiaro a prospettive di incrementi di fatturato futuri.

Perché una campagna di Social Media Marketing può fallire

Se si sono fissati bene gli obiettivi, è importante sottolineare le principali ragioni di fallimento di una campagna di social media marketing:

  1. manca una chiara strategia;
  2. non si effettua una corretta moderazione dei progetti, in pratica non si dialoga realmente con i partecipanti alle conversazioni e non si stimola il dialogo con i potenziali clienti;
  3. si allocano male i budget, ossia non si scelgono i giusti fornitori e responsabili operativi, o semplicemente non si pianifica correttamente la campagna di social media marketing.

Se si nota bene, sono tutte cause provenienti dalla mancanza di competenze specifiche (cause 1 e 3) o dalla mancanza di tempo da dedicare alle attività della campagna (cause 2 e 3). Questi problemi derivano proprio dal fatto che gestire il social media marketing con risorse interne porta raramente a risultati di successo, per mancanza di competenze e di tempo delle risorse dedicate, come già detto sopra. Al contrario di quanto suggerito da Toso, è noto che è quasi sempre preferibile richiedere l’appoggio di specialisti esterni con competenze e affidabilità accertate per tutte le attività e forniture lontane dal nucleo di competenze in cui l’azienda è specializzata: il rapporto tra costi e benefici è molto più vantaggioso rispetto a quello che si può avere gestendo internamente l’attività.

Il social media marketing non è il Facebook Marketing

Un’ultima osservazione riguarda l’errore tipico di ritenere equivalenti il Facebook Marketing con il social media marketing.
Facebook è effettivamente il social network più frequentato, ma non esaurisce in alcun modo le attività che un utente può svolgere sul web. Inoltre i livelli di comunicazione e di dialogo che si possono esprimere in Facebook sono abbastanza limitati e per di più soffrono del problema di disperdersi in una quantità soffocante di altri “contenuti spazzatura”: applicazioni, giochi, messaggi di stato degli utenti, messaggi che informano sulle azioni svolte in Facebook dagli utenti. A cui si sommano gli innumerevoli contenuti poco interessanti o irrilevanti. Il risultato è un sovraffollamento di informazioni in cui raramente riesce di fare spiccare i propri comunicati. Con l’effetto che una campagna di social media marketing basata solo su Facebook raramente è davvero efficace.

In questo senso, se Facebook resta comunque un canale da inserire necessariamente tra quelli impiegati nel social media marketing, una buona campagna sul web deve includerne numerosi altri, scelti in modo strategico e opportuno. E ciascuno presume una modalità di gestione specifica che, in parte, differisce da quella valida per Facebook. Un corso, come quello proposto da Toso, che si concentra sul Facebook Marketing non è inutile, ma giova davvero solo se si unisce a un corso generale sul social media marketing. Altrimenti il rischio è quello di non farsi un’idea corretta e completa sulle più efficaci attività di marketing che il web oggi è in grado di offrire.

:: MARKETING “MORDI E FUGGI” DI SUCCESSO PER LE MAGLIETTE Sti-Shirt STiCAZZ! IN SEGUITO ALL’INTERVISTA ALLE DUE RAGAZZE DI OSTIA

Data la quantità di vendite in una manciata di giorni, ottimo esempio di marketing “mordi e fuggi” (Sti-Shirt STiCAZZ! – La majettacanale YouTube di TheSticatzi) basato sul tormentone delle due ragazze intervistate sul litorale di Ostia (quasi un milione e mezzo di visualizzazioni in soli sei giorni tramite il canale YouTube di nicves1992, ovvero Nicola Veschi, l’intervistatore di SkyTG24).

••● ☆ SUGGERIMENTO #19 ☆ ●•• SOCIAL MEDIA MARKETING E REPUTAZIONE ON LINE: GLI STRUMENTI PIÙ EFFICACI PER LE AZIENDE NEL WEB

Le decisioni di acquisto dell’84% dei potenziali clienti sono oggi condizionate da contenuti on line creati dagli utenti mediante social network, portali verticali con community, forum, blog, video. Le recensioni dei prosumer (evoluzione dei consumer) rappresentano lo strumento pubblicitario più potente, per questo motivo le strategie di social media marketing e di controllo della web reputation sono gli strumenti più attuali ed efficaci di cui un’azienda in Internet deve fare uso.

••● ☆ SUGGERIMENTO #18 ☆ ●•• L’AZIENDA È VIVA NEL WEB SOLO SE LE PERSONE NE PARLANO

Avere una presenza efficace nel web non significa più avere il sito vetrina dell’azienda, ma fare in modo che le persone parlino dei prodotti e dei servizi dell’azienda attraverso post nei social network, blog, video in YouTube, tweet, recensioni degli utenti nei portali appositi. Se non parlano di ciò che produce la vostra azienda, questa è destinata a essere solo un semplice risultato nei motori di ricerca in posizioni molto basse.

••● ☆ SUGGERIMENTO #16 ☆ ●•• SITI E-COMMERCE SENZA SUCCESSO: INCREMENTARE I VOLUMI DELLE VENDITE

Non sapere leggere e interpretare correttamente le statistiche di un sito e-commerce che non sta avendo il successo atteso equivale a perdere l’opportunità di fare crescere la propria attività e di comprendere cosa non gradiscono gli utenti, che preferiscono acquistare prodotti e servizi dai competitor.

:: WEB 2.0, COMUNICAZIONE E MARKETING: IL FENOMENO DELLE GURESSE DEL MAKE-UP IN YOUTUBE E NEI SOCIAL NETWORK

Di Arianna Bernardini –

Non sono esperte di comunicazione e di pratiche innovative di web marketing, eppure sanno sfruttare al meglio le potenzialità del Web 2.0 e i suoi canali più adeguati (proprio perché non tutti sono adatti a un preciso scopo) per apparire, esprimere capacità e creatività, riferire opinioni, persuadere.

E sono in grado come quasi nessun altro, facendo concorrenza ai VIP ingaggiati come testimonial a suon di lauti cachet, di influenzare e anche suggestionare gli acquisti di ragazze e donne in fatto di prodotti per il maquillage, cura del viso e del corpo, nailart.

Sono le guresse del make-up (o tutorialist di make-up) che popolano YouTube, e spopolano su YouTube, con i loro video tutorial (video per la realizzazione passo a passo di determinate tecniche di trucco, per l’applicazione ottimale di prodotti per la bellezza, per la preparazione di prodotti fai-da-te), video haul (video relativi all’acquisto di prodotti non ancora provati sulla propria pelle e quindi non sottoponibili a recensione), video review (video con recensioni di prodotti testati), video giveaway (video con cessione di premi, nella fattispecie prodotti per il make-up e la cura di viso e corpo, oltre ad accessori di bellezza) con o senza contest (‘concorso’, ‘gara’; nei video, le tutorialist propongono ai fan del loro canale YouTube di indovinare qualcosa o di creare un certo trucco, il cui clip va postato in risposta al contest: chi dà le risposte corrette o chi esegue il migliore make-up viene premiata con la ricompensa in palio. Quando non viene indetto un contest vero e proprio, di norma è sufficiente postare un commento testuale in risposta al video del giveaway e, al termine della data di scadenza fissata, si procede all’estrazione del vincitore mediante il generatore online di numeri casuali Random.org), video tag (ciascun utente realizza un filmato sulla base di una tematica ben precisa. Un esempio di video tag di successo, che gira online instancabilmente da anni, è “What’s in my pursue/bag”, in italiano “Cosa c’è nella mia borsa?”. Facoltativamente, si possono anche taggare alcuni amici, che con molta probabilità parteciperanno anch’essi al video tag postando il loro video, dando così il via a un meccanismo simile a quello meglio conosciuto come catena di Sant’Antonio).

Video in cui visi metà truccati e metà acqua e sapone si trasformano in volti perfettamente imbellettati, in cui il dorso delle mani è impiegato come una tavolozza per mostrare gli swatch dei prodotti (in parole povere, la tradizionale prova colore di un prodotto di make-up prima di essere adoperato sul viso o sul corpo), in cui si passano in rassegna raccolte di pennelli professionali e si insegna a quale tipo di prodotto devono essere abbinati per la stesura, in cui si discute di INCI (“International Nomenclature of Cosmetic Ingredients”, in italiano “Nomenclatura Internazionale degli Ingredienti Cosmetici”, ossia l’etichetta dei prodotti cosmetici), in cui si chiede quali siano i segreti per la perfetta applicazione di una tipologia di prodotto (es. fondotinta con spugnetta, beauty blender, pennello per fondo o pennello kabuki per i fondotinta minerali, eye-liner liquido o in gel o cake eye-liner, illuminante tra occhi e parte superiore degli zigomi, ecc.), in cui si invita una guressa a creare il trucco ispirato a fotografie di VIP per poi poterlo replicare sul proprio viso e così via.

Poiché le guresse del make-up hanno giustamente intuito che YouTube non è il solo canale del web dove creare relazioni one-to-one e one-to-many con altri utenti, è stato un processo spontaneo dare origine a siti personali o siti dedicati al maquillage, blog, forum, pagine personali e fan page in Facebook, account Twitter e MySpace, che avessero come argomento dominante make-up e cura di viso e corpo. Spazi online in cui le guresse, come anche in YouTube del resto, possono approfondire anche altri aspetti della loro vita privata (non è raro che, in un video, una guressa mostri dei fotogrammi in cui si intravede il marito, il figlioletto, il gatto di casa. E questo aiuta a tenere viva la curiosità dei fan) e in cui gli affezionati possono partecipare con commenti di approvazione o disapprovazione (es. “Anche io amo molto l’ombretto X”, “Purtroppo il blush Y a me fa venire antiestetici brufoletti sottopelle”, “Tu e tuo marito formate davvero una bella coppia”, “Tuo figlio è bellissimo”, “Voi donne state sempre a pensare a truccarvi” – commento palesemente maschile), richieste (es. “Dove posso trovare il fondotinta X?”, “Quanto hai pagato il rossetto Y?”, “Dove hai preso quel bellissimo fiore che porti tra i capelli?”, “Come faccio a…”), curiosità addirittura un po’ eccessive (“Sei rientrata dal viaggio in Italia? Cosa ti ha preparato per cena tuo marito?”, “Il gatto si è ripreso dalla bronchite?”) che talvolta arrivano a generare aspetti tragicomici (dimostrazione di quanto detto finora emerge dai video “Le mie 5 domande preferite”, “Le mie nuove domande preferite” e “Un anno di YouTube” dell’esuberante make-up artist Giuliana, alias Makeupdelight2009 in YouTube).

Il fenomeno non è soltanto contenuto nel web, dove si già compie nella sua completezza, ma esce dai confini di schermo, tastiera, webcam e ADSL per spostarsi nelle strade dove ci si dà appuntamento per i raduni, nei bar dove si consuma qualcosa per rilassarsi e chiacchierare dopo l’esperienza collettiva di shopping nei negozi monomarca o multimarca e nei reparti profumeria dei grandi magazzini. Le relazioni tra utenti si trasformano e divengono relazioni vere, reali, non mediate dal computer (es. intervista del TG1 e intervista del TG2 a ClioMakeUp, Makeupdelight2009 alla M∙A∙C di Catania, incontro a Milano tra appassionate di make-up).

Naturalmente il fenomeno guresse e smodate fan del make-up non è solo italiano, bensì mondiale.

Tra le autorità straniere del settore occorre menzionare per prima la giovane e trasformista make-up artist americana di origine vietnamita Michelle Phan, la quale ha saputo già guadagnarsi una pagina in Wikipedia poiché il suo canale spicca sempre tra quelli con più iscritti (a oggi sono oltre 805.000, potendo vantare più di 30 milioni di visualizzazioni canale e più di 190 milioni di visualizzazioni totali caricamenti). Michelle Phan ha creato un’azienda cosmetica (IQQU Beauty International) e recentemente è divenuta portavoce e tutorialist di Lancôme. Michelle Phan online: sito personale, Facebook, Twitter, MySpace.

Seguono la statunitense juicystar07, appassionata di bellezza (non è una make-up artist) e moda; l’inglese panacea81, la classica “ragazza della porta accanto” dalla pronuncia britannica tipica del Regno Unito nord-orientale e che ha al suo attivo due pubblicazioni editoriali come unica autrice (“Lauren Luke” e “Lauren Luke Looks: 25 Celebrity and Everyday Makeup Tutorials”) e una linea cosmetica che porta il suo nome (Lauren Luke’s Official Cosmetics); l’inglese, ma dalle evidenti origini asiatiche, bubzbeauty, che per certi versi ricorda (o imita?) Michelle Phan. Seguono AllThatGlitters21; kandeejohnson; fafinettex3; MakeupGeekTV; julieg713; MakeupByTiffanyD; pursebuzz; DulceCandy87; MissChievous.

Anche alcune guresse italiane si distinguono, sempre per numero di iscritti, visualizzazioni canale e visualizzazioni totali caricamenti del canale YouTube.

ClioMakeUp (Clio Zammatteo) è una make-up artist bellunese a Brooklyn, autrice del libro “Clio Makeup” edito da Rizzoli e recentemente tutorialist-testimonial di PUPA, azienda che ha pensato bene di attuare un’azzeccata manovra di marketing richiedendo la collaborazione della guressa italiana del make-up più famosa. Clio è stata anche ospite di alcune trasmissioni televisive. Clio online: sito personale, forum, Facebook, Flickr.

Makeupdelight2009 (Giuliana Arcarese), anch’essa make-up artist italiana che vive negli Stati Uniti, gestisce anche un canale sul make-up in lingua inglese (GiulianaMUA) e talvolta appare su importanti riviste femminili (es. ELLE) che si interessano alla sua attività di guressa. Giuliana online: Facebook, forum, Twitter.

Altre ragazze molto seguite, sebbene non professioniste del make-up, sono MisStrawberryFields, chienkiri, LaCindina, KissAndMakeup01, AlicelikeAudrey, bluebeam310, carletta22.

Le guresse del make-up non sono solo fonte di ispirazione per trucchi per ogni occasione del giorno e della sera. Sono altresì modelli da imitare da parte di migliaia di ragazze e donne le quali con il make-up talvolta non se la cavano neppure tanto bene (darkstarwithoutsky è tra gli esempi più eclatanti in quanto ad approssimazione e imprecisione, basti vedere il video “Trucco verde”, così come sono inevitabili le parodie, come “Karina ti fa carina!”) ma che sono ottime recensitrici di prodotti, come del resto lo è ognuno di noi quando formula un giudizio personale rispetto a un articolo comprato e utilizzato.

Guresse e semplici ‘addicted’ del make-up in YouTube, così come le recensitrici occasionali su portali come Ciao.it, Yahoo! Answers e similari, si possono a pieno diritto identificare con la figura del prosumer (‘consumer’, ‘consumatore’ e ‘producer’, produttore’, sottinteso di argomentazioni informative). Contemporaneamente ricoprono sia il ruolo di opinion maker, perché sviluppano e diffondono il proprio parere all’interno di un gruppo di interesse, sia quello di opinion leader tramite il potere di convincimento dei loro giudizi sui prodotti, come se i video mettessero in atto una specie di passaparola tra utenti secondo cui un prodotto sarebbe valido o meno. Inoltre tutte le guresse e le appassionate di trucco più accreditate, proprio in virtù della preminenza riconosciuta dai fan, sono opinion leader nel senso più pieno della locuzione, perché, da una parte, le lezioni online suggeriscono le tendenze del make-up al pubblico di fan che ispirano mescolando sapientemente tecniche, colori e texture, dall’altra, con i video review, orientano gli acquisti di prodotti per il make-up, per corpo e viso e di accessori per la bellezza come beauty-case e valigie/trolley per il make-up, contenitori e cassettiere in cui stipare i trucchi (uno degli oggetti attualmente più desiderati è la cassettiera MALM di IKEA).

Prosumer, opinion maker ed eventualmente opinion leader sono ruoli che gli utenti del Web 2.0 impersonificano grazie a social network, blog, forum, tutti quegli spazi in cui è possibile condividere informazioni online insomma, emettendo messaggi inediti e non convenzionali e che raggiungono un’ampia audience, spontaneamente segmentata in target, assai interessata a un preciso ventaglio di contenuti e, com’è il caso del mondo della cosmesi, di prodotti.

Oltre a ciò, guresse e patite del make-up esplicano altresì attività connesse alla brand image perché, a seguito delle campagne pubblicitarie delle case cosmetiche per promuovere nuove collezioni per il maquillage e linee per la cura di viso e corpo, in qualità di consumatrici esprimono l’idea che si fanno di un prodotto.

Tante aziende cosmetiche invitano le guresse a fare recensioni di prodotti, che inviano loro gratuitamente, e a servirsene nei tutorial. In tutta risposta, solitamente le guresse dichiarano di volere manifestare l’opinione più sincera, anche se negativa, perché affermare che un prodotto è valido (es. ha lunga durata una volta applicato, ha una buona tenuta, è estremamente pigmentato e scrivente, il sistema di erogazione è ottimale, ecc.) quando ciò non corrisponde a verità danneggerebbe la reputazione e la credibilità, con conseguente, potenziale perdita di iscritti al canale YouTube.

Non potremo mai sapere se una guressa ha ceduto o cederà a eventuali lusinghe pecuniarie da parte dei committenti. Sta di fatto che alcune case cosmetiche cedono di fronte a tali condizioni ma altre no, perché il giudizio di una consumatrice di eccezione (e i pareri di più consumatrici in risposta al video review) sono assai preziosi per migliorare i prodotti. Sono aziende che hanno compreso l’importanza della valorizzazione dell’attività dei prosumer per offrire al target ciò che desidera, andare incontro alle aspettative e soddisfare i bisogni in ottica outside-in (o pull, per “capire il mercato” secondo una prospettiva proattiva anziché push e “spingere sul mercato”) del consumatore, sempre più informato e consapevole grazie al flusso di informazioni mediante il web.

È pur vero che online le cosiddette ‘bufale’ si diffondono con una certa facilità.
È di questi giorni l’articolo “Leggende metropolitane sui cosmetici: ecco come nascono in rete” in Corriere.it. Alcune tra le più celebri leggende metropolitane sono prese in esame da Il Disinformatico di Paolo Attivissimo, come per esempio “Antibufala: allarme per il piombo nei rossetti”, ma esistono strumenti che accrescono la cognizione dei consumatori più attenti. Tra questi CosIng (Cosmetic Ingredients & Substances; database stabilito dalla Commissione Europea con informazioni sugli ingredienti contenuti nei prodotti cosmetici); Skin Deep (guida ai cosmetici e ai prodotti per l’igiene personale redatta dai ricercatori dell’Environmental Working Group. Il database contiene tutte le sostanze impiegate dalla cosmesi e, a ciascuna sostanza, è attribuito un punteggio variabile sulla base del grado di sicurezza per l’organismo); FDA Cosmetics (“Food and Drug Administration”, “Agenzia per gli Alimenti e i Medicinali”, ente governativo statunitense del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti che si dedica alla regolamentazione dei prodotti per tutelare la salute dei cittadini americani); “Sostanze non ammesse o limitate” del Ministero della Salute italiano, con elenchi, pubblicati in allegato alla Legge 713/86, resi disponibili nella versione costantemente aggiornata e corredata di note esplicative (peccato che l’ultimo aggiornamento risalga però al giugno 2008); Biodizionario (portale moderato dal chimico industriale e consulente Ecolabel Fabrizio Zago e rivolto al consumo consapevole dei prodotti cosmetici, con stime dell’affidabilità delle singole sostanze adottate dalle aziende cosmetiche. Il sito è particolarmente utile a chi desidera curare viso e corpo con prodotti eco-bio e desidera evitare siliconi, derivati del petrolio o determinati composti chimici a cui si è allergici) e siti a questo analoghi, come Sai cosa ti spalmi?, i forum Promiseland (sezione BioDizionario: Cosmetici e prodotti biodegradabili, moderato da Zago di Biodizionario) e L’angolo di Lola.

Parecchie case cosmetiche stanno beneficiando del fenomeno a cui guresse e appassionate del make-up e dei prodotti per la cura del viso e del corpo, tanto premium brand quanto economy brand, hanno dato vita. Tra queste M∙A∙C, Make Up For Ever, Benefit, Illamasqua, Urban Decay, bareMinerals, Dior, Chanel, Shiseido, Yves Saint Laurent, Lancôme, Elizabeth Arden, Estée Lauder, Clinique, Helena Rubinstein, Guerlain, Revlon, L’Oréal, Smashbox, NYX, O∙P∙I, Essence, Sephora, Too Faced, wet N wild, Maybelline, Rimmel, e.l.f., Zoeva, Yves Rocher, Dr. Brandt, Avène, Lush, I Coloniali, Vichy, Olaz, Nivea, Garnier e altre.

Non mancano aziende italiane come KIKO, PUPA, TruccoMinerale, Collistar, Deborah, Madina, Bottega Verde, L’Erbolario, Aquolina, Fitocose.

Con conseguenti vantaggi per le case cosmetiche che praticano e-commerce e vendono i prodotti direttamente dal sito corporate; distributori multimarca in franchising come Sephora, Limoni, Douglas, La Gardenia; distributori monomarca come KIKO e Lush; le profumerie, i supermercati, le farmacie, le parafarmacie e persino i venditori eBay italiani e stranieri.

Per quanto riguarda l’Italia, alcune marche non sono distribuite nel nostro Paese, pertanto si scatena la corsa all’acquisto mediante i siti web delle aziende di cosmesi (laddove ovviamente queste abbiano il sistema di e-commerce attivo e prevedano la spedizione in Italia); si chiede a parenti e amici che hanno programmato un viaggio in un Paese dove una determinata marca è diffusa sul mercato di comprare i prodotti, fornendo loro la classica “lista della spesa”; si fanno ricerche su eBay per trovare venditori che mercanteggino i prodotti tanto agognati.

Talvolta le stesse guresse, le aspiranti guresse e le utenti senza tale velleità sono vere e proprie shopaholic, maniache degli acquisti colpite dalla sindrome da acquisto compulsivo (o shopping compulsivo). Una consumopatia che ha derivazioni indotte sia dalla società  contemporanea sia dai media e i new media. Ovunque le aziende diffondono l’atteggiamento consumistico e la tendenza a incentivare il comportamento d’acquisto, favorendo falsi bisogni che trasfigurano il possesso del prodotto in fonte di felicità personale e di costruzione dell’identità sociale. Inoltre, attraverso il compulsive buying, la psiche di alcuni soggetti li fa illudere di avere necessità – più o meno cosciente – di costruire dall’esterno l’identità personale mediante la proprietà di oggetti specifici con presunte qualità positive e vincenti. I prodotti per la bellezza possiedono le qualità appena descritte, oltre ad avere connotazioni simboliche che soddisfano il cosiddetto comportamento compensatorio, cioè una reazione compiuta per avversare malumore, stress, tensioni psicofisiche, frustrazioni, insicurezze, paure. Come una sorta di catarsi che, passando per il rito dello shopping e del possesso (superfluo) dell’oggetto, fosse magicamente in grado di riempire vuoti di ben altra natura. Senza avere la pretesa di fare un’analisi psicologica delle utenti con la passione per il make-up e la cura di viso e corpo, si vedano video haul e video review di alcune iscritte a YouTube per capire con quanto trasporto emotivo alcune parlano dei prodotti cosmetici acquistati (due esempi su tutti: “Acquisti KIKO col mio Boyfriend, Swatches dei Colour Sphere, Mono e Matite” e “I miei prodotti KIKO preferiti + Cell. nuovo”. Tra le altre, vaxl2007, KissAndMakeup01, carlitadolce, giorgiapril, Lalla88morea).

Si scopre quindi che YouTube è in grado di scatenare persino atteggiamenti di eccessoressia e di oniomania parziali, denominazioni di fenomeni che descrivono la tendenza morbosa a comprare, perché non si può giustificare altrimenti l’attitudine ad acquistare, da parte di alcune, tutti i prodotti di un’intera collezione di make-up ogniqualvolta le case cosmetiche ne immettono di nuove sul mercato. E non è per caso ciò che le aziende di cosmesi (e non solo di cosmesi) desiderano?

Questa lunga disamina del fenomeno delle guresse e delle appassionate di make-up e cura di viso e corpo (attenzione: la grandezza del fenomeno non si limita soltanto agli utenti che postano i video ma si estende anche a quelli che ne usufruiscono in qualità di utenti passivi, con o senza account YouTube) è servita per eviscerare le proprietà del fenomeno in sé. Ma, ora, andiamo oltre.

Come sempre accade quando, all’interno di una comunità con un sovrascopo comune (es. YouTube è la community in cui l’insieme degli utenti prende parte caricando video e/o guardando video di terzi), una quantità copiosa di persone ha un interesse specifico e partecipato (es. YouTube annovera utenti attratti dai prodotti di maquillage e per la cura del viso e del corpo), spontaneamente questa forma un sottoinsieme. Dentro la community, quindi, guresse & Co. costituiscono una sottocommunity. Non è necessaria alcuna strategia peculiare di marketing per suddividere i potenziali clienti in gruppi caratterizzati da bisogni omogenei poiché il campione rappresentativo di un segmento è già precostituito (teenager e donne dai 14 ai 39 anni).

Riprendendo ciò che è stato scritto all’inizio, guresse e appassionate di maquillage e cura di viso e corpo “non sono esperte […] di pratiche innovative di web marketing”, tuttavia il fenomeno che hanno generato ben si presta alla lettura secondo prospettive di marketing e reti sociali.

Il segmento estrapolato da YouTube è assoggettabile all’enterperience (termine formato da ‘entertainment’/’entertaining’ e ‘experience’): il trucco femminile, che ha origini antiche che si perdono nella notte dei tempi, nelle diverse epoche è stato oggetto di evoluzioni fino ai giorni nostri. Rito, consuetudine, abitudine, divertissement sono sostantivi associabili alla pratica del make-up che, parallelamente, equivale alla pervasività del coinvolgimento scaturente dalla sperimentazione personale mediata dai sensi, tanto che il soggetto coinvolto diviene oggetto della sua stessa sperimentazione esperienziale.

Le aziende del settore cosmetico ed estetico più lungimiranti (e, mutatis mutandis, la stessa operazione è effettuabile dalle aziende che si occupano di altri settori di mercato, come hi-tech, moda, fitness, wellness, mondo mamma-bambino, cura e alimentazione di animali domestici, turismo, ecc.) possono facilmente dedurre le strategie di marketing più appropriate per fare web marketing non convenzionale servendosi dei social network per le campagne di social media marketing.

Ciò che è singolare è che gli utenti-consumatori non si rapportano direttamente all’azienda e alle sue promesse pubblicitarie esplicite, ma approdano all’azienda, e quindi ai suoi prodotti, in maniera indiretta e mediata.

È fondamentale sottolineare che il social media marketing più efficace e senza dispersione di costi ed energie non implica la partecipazione indistinta nella totalità dei social network con il maggiore numero di iscritti in un determinato Paese. Ogni social network possiede attributi tali da essere più o meno confacente a particolari strategie e al pubblico di riferimento.

Immettendo nel circuito YouTube, Facebook, Twitter, MySpace, Flickr e/o in altri social network, e poi in siti web, blog, forum ed eventualmente social network creati ad hoc, personaggi chiave del tutto confondibili con la “persona comune” (come “la ragazza della porta accanto” o “l’uomo della strada”) ai quali fornire i prodotti dell’azienda (di cui non si deve assolutamente parlare sempre bene) e quelli di aziende competitor (di cui non si deve assolutamente parlare sempre male), si possono creare sia gruppi sia nicchie interessati a una o più gamme di prodotto. Per mezzo di questi interventi si aumenta il volume delle conversazioni su un dato prodotto, si incrementa la notorietà e la reputazione positiva della marca.

In questo modo, e in un sol colpo, si combinano strategie di:

  • marketing tribale (tribal marketing). Mediante (sotto)comunità già esistenti o nuove, si dà vita al sentimento comunitario degli utenti-consumatori, bisognosi di ristabilire un legame sociale comunitario e che quindi si confrontano e condividono informazioni ed esperienze one-to-one (utente che posta video e che interagisce nei propri spazi dei social network e utente fan che vede video e semmai ne carica di propri, legge post, lascia commenti, risponde ai commenti altrui) e allo stesso tempo one-to-many (utente che interagisce con più fan contemporaneamente);
  • marketing virale (viral marketing). Gli utenti leader trasmettono messaggi a un numero considerevole di utenti finali secondo l’andamento, tanto veloce quanto esponenziale, del passaparola. Gli utenti informati, a loro volta, suggeriscono alla loro cerchia di relazioni amicali e familiari (diversificandoli per interessi, quindi preselezionandoli rispetto a tematiche e a categorie di prodotto) la conoscenza dell’idea;
  • buzz marketing. Da alcune scuole di pensiero sovrapponibile al viral marketing perché correlato al passaparola;
  • marketing relazionale. Una volta che l’utente è diventato cliente, la relazione si valorizza tramite la sua fidelizzazione al brand, che consente peraltro l’analisi delle informazioni via web (e non) dell’acquirente;
  • marketing esperienziale indiretto. L’accostamento tra ‘indiretto’ e ‘marketing esperienziale’ è dovuto al fatto che nei video review e nei video haul la vera e propria esperienza di entrare in contatto con il prodotto è fatta dall’utente che registra e carica il video, il quale trasferisce la propria esperienza all’utente che guarda il video. Il quale, a sua volta, vive indirettamente le percezioni trasmessegli grazie alla visualizzazione del packaging e delle caratteristiche del prodotto di make-up o per la cura del viso e del corpo, come consistenza, profumazione, persino gusto nel caso di gloss e rossetti. Sono così innescate sensazioni che, in maniera riflessa, coinvolgono rispettivamente la vista, il tatto, l’olfatto e il gusto. Oltre alla stimolazione dei sensi, si colpisce fortemente la sfera emozionale e immaginifica dell’utente finale, ancora più conquistato dal senso di possesso del prodotto (naturalmente se il giudizio è positivo) quando questo è adoperato per i video tutorial, in cui l’esperienza dell’uso del prodotto si attua nella sua forma più piena e si completa.

Per conseguire vantaggi competitivi rispetto ai concorrenti, per comunicare con estrema naturalezza con il segmento di target che si desidera raggiungere e attrarre, per una serie di altre variabili complesse quanto delicate, è fondamentale attuare campagne di social media marketing assegnandole a risorse umane molto preparate, perché l’improvvisazione in questi casi non giova e, anzi, è una minaccia che può ritorcersi gravemente e irrimediabilmente contro l’azienda, la marca e il brand: provate a pensare cosa accadrebbe se gli utenti finali avessero il sospetto che i video di una guressa o di un’appassionata di make-up e di prodotti per viso e corpo fossero manovrati da un’azienda (esistono casi d’eccezione, come quello di Michelle Phan, la quale però dichiara esplicitamente di essere divenuta portavoce e tutorialist di Lancôme. Stesso discorso per ClioMakeUp, tutorialist di PUPA).

Come abbiamo già scritto in uno dei nostri “suggerimenti”, “assegnare il lavoro di gestione del social media marketing a una risorsa poco competente, inesperta o addirittura a uno stagista è come affidare una Ferrari a un neopatentato e pretendere che vinca un Gran Premio di F1”.

Nel caso in cui non si disponga né si voglia assumere personale specializzato in social media marketing, è bene rivolgersi a consulenti e ad agenzie in outsourcing, che vi prospetteranno bozze di strategie e preventivi, evidenziando come una campagna di social media marketing abbia un rapporto costo-beneficio di gran lunga più vantaggioso rispetto a strategie di marketing e di pubblicità tradizionali.

Quando si parla di social media marketing e Web 2.0 in generale, non tutte le aziende hanno ben chiaro di cosa si tratta. Non rinunciate a comprendere e approfondire perché equivale a rifiutare a priori nuove e importanti opportunità per il business.